SADDAM HUSSEIN




UNO TRA I PIU' FEROCI TIRANNI DELLA STORIA
Prima di diventare Presidente e primo ministro dell'Iraq (carica che ha detenuto a partire dal 1979), il tiranno arabo ha avuto una vita assai turbolenta. Nato ad Auja il 28 aprile 1937 si dedica molto presto alla politica, unendosi al ramo iracheno del partito socialista arabo (il "Bath"). Condannato a morte per un attentato al leader politico Qasim nel 1959, ripara in Siria, poi al Cairo. Rientrato in Iraq nel 1963, viene eletto vicesegretario del Bath nel 1964 e, grazie alle sue carismatiche doti di trascinatore di folle e di organizzatore politico, diventa il protagonista della rivoluzione del 1968, tesa a rovesciare il governo allora in carica. I tentativi per rovesciare lo "status quo" sono molteplici ma, in particolare, Saddam prende parte a due colpi di stato, assumendo il ruolo di responsabile della sicurezza. Dopo la caduta di Bagdad (9 aprile 2003) Saddam fugge e di lui non si hanno più notizie, se non alcuni messaggi audio registrati. Il giorno 1 maggio George W. Bush proclama finita la guerra. I figli Uday e Qusay vengono uccisi in uno scontro a fuoco il 22 luglio. Ma la caccia a Saddam Hussein è finita solo il 13 dicembre 2003 in modo poco glorioso: è stato catturato in un buco scavato nella terra in una fattoria vicino a Tikrit, sua città natale, con la barba lunga, stanco e demoralizzato, senza opporre alcuna resistenza. Viene processato da un tribunale iracheno per la strage di Dujail del 1982 (148 sciiti uccisi); il 5 novembre 2006 viene proclamata la sua condanna a morte per impiccagione. L'esecuzione avviene per impiccagione il 30 dicembre.